Differenze mammografia ed ecografia

Mammografia o ecografia al seno? A ogni età la giusta prevenzione

Mammografia o ecografia al seno: quando parliamo di prevenzione e dello screening del tumore al seno, i due esami diagnostici spesso si equivalgono nella mente delle donne. Il primo passo è comunque essere consapevoli del ruolo fondamentale dello screening periodico in un’ottica di prevenzione.

Sappiamo che il cancro alla mammella è il più frequente nella popolazione femminile in Italia e rappresenta la prima causa di morte oncologica tra le donne. La sua incidenza aumenta con l’età, ma è bene fare controlli ancora giovani. Proprio grazie alla prevenzione i numeri di sopravvivenza a cinque e dieci anni da una prima diagnosi di tumore alla mammella sono in crescita. Per ridurre la mortalità è quindi fondamentale individuare le cellule cancerogene quando sono ancora in fase iniziale e sono impalpabili e individuabili solo con un esame diagnostico approfondito di screening. Se individuato a questo stadio, le possibilità di cura del tumore sono molto alte.

Come riporta il dossier “I numeri del cancro in Italia 2021” di Aiom, negli ultimi sei anni, si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro in Italia: -10% negli uomini e -8% nelle donne. Questo è anche merito delle campagne di screening e di prevenzione.

 

Mammografia: da che età va fatta e quante volte?

Cosa fare per una corretta routine di prevenzione? Prima dei 30 anni è fondamentale praticare l’autopalpazione del seno almeno una volta al mese. Tra i 30 e i 40 anni è importante fare controlli periodici con un’ecografia mammaria da abbinare a una visita senologica, tenendo conto anche dei fattori di rischio individuali e familiari. Dopo i 40 anni, gli studi scientifici e le linee guida internazionali dimostrano che sottoporsi a una mammografia con regolarità riduce fino al 40% la mortalità per tumore alla mammella. Lo screening per questa patologia, secondo le indicazioni del ministero della Salute italiano, si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione gratuita della mammografia ogni 2 anni.

La mammografia è dunque il principale metodo di diagnosi precoce del tumore al seno: il mammografo è in grado di rilevare la presenza di lesioni quando sono ancora in fase preclinica, cioè quando ancora non è possibile individuarle tramite palpazione. Questo test è il primo livello dello screening mammografico, perché ha elevate capacità diagnostiche.

Chi ha familiarità con un tumore mammario dovrebbe iniziare lo screening mammografico a partire dai 40 anni e chi ha una familiarità particolarmente rilevante (più casi di questa patologia tra i parenti di primo grado, familiari con tumore mammario in giovane età) dovrebbe iniziare a partire dai 30 anni. In questi casi sempre con un parere del medico o di uno specialista.

 

Mammografia, tomosintesi ed ecografia: come funzionano

l mammografo digitale tradizionale acquisisce un’immagine unica della mammella compressa. La mammografia tradizione permette di realizzare immagini bidimensionali della mammella. Nei sistemi di più recente concezione a questo esame cosiddetto “tradizionale” si aggiunge un’acquisizione tridimensionale che, scomponendo la mammella in sottili strati, consente di apprezzare anche le strutture più minute. Lo spiega in questa intervista a Screening Routine la dottoressa Anna Abate del San Gerardo di Monza, che pone l’accento sull’importanza del livello tecnologico da che deve contraddistingue un’apparecchiatura per lo screening mammografico e la diagnostica senologica. Chiedere se il centro diagnostico dove effettuare la mammografia di screening ha macchinari di questo tipo è fondamentale per avere immediatamente un quadro clinico preciso.

L’ecografia è invece un esame diagnostico che analizza le mammelle e i cavi ascellari grazie a una sonda che emette ultrasuoni e che consente di evidenziare eventuali noduli mammari palpabili o eventuali alterazioni dei linfonodi ascellari. 

Per le donne di età inferiore ai 40 anni, in assenza di sintomi o di una familiarità, è consigliata l’autopalpazione mensile del seno e l’ecografia viene utilizzata come test diagnostico in presenza di alterazioni cliniche o di noduli palpabili. Per chi ha una familiarità con il tumore al seno tra i parenti di primo grado è bene, sempre dopo un consulto con il medico o uno specialista, eseguire un’ecografia di controllo a partire dai 30 anni.

Nel concreto, l’ecografia mammaria è utilizzata anche come esame di secondo livello per completare o integrare una prima diagnosi della mammografia, in particolare in seni con un tessuto particolarmente denso. Oppure se il riscontro della mammografia di screening presenta la necessità di approfondire dei tessuti: questo secondo passaggio non deve spaventare, ma è proprio una prassi di prevenzione per approfondire ulteriormente quelle che possono essere lesioni tumorale ancora in uno stadio iniziale. Anche in questo caso è bene affidarsi a un centro specializzato o una breast unit che dispone di tutti i macchinari per effettuare immediatamente un’ecografia a supporto di un esame mammografico.